Caro ministro Giuseppe Valditara,
In questi giorni hanno fatto molto scalpore le sue dichiarazioni con cui ha messo in discussione la mole di studio che viene proposta ai bambini della scuola elementare. Si è chiesto a cosa serve studiare i dinosauri, allora anche noi cercheremo di darle una risposta. Iniziamo però evitando facili discorsi clickbait e pressapochisti, per rispetto suo e di chi ci legge. Entriamo nei dettagli del suo pensiero: dire che Valditara ha solo parlato di dinosauri sarebbe un racconto limitato. Lei fa forza su una retorica abbastanza populista che è stata presentata già da tempo: “I nostri studenti studiano troppi concetti, anche superflui, e usciti dalla scuola non sono adatti al mondo del lavoro”. Ci permetta di contraddirla.
La scuola oggi si trova a combattere con un monte ore limitato, un corpo docenti ridotto all’osso e classi fin troppo affollate. L’obiettivo non può essere quello di dare conoscenze specifiche per un determinato lavoro, bensì una conoscenza critica di sé stessi e del mondo che li circonda. Le ragazze e i ragazzi devono imparare a costruire una propria coscienza e a ragionare. Non devono prendere per oro colato quello che gli viene detto, devono pensare a 360 gradi e non a compartimenti stagni. Il lavoro lo si impara iniziando a lavorare, non sui banchi di scuole e neanche dell’università che non sono davvero formative per uno specifico lavoro.
I programmi della scuola primaria
Ma quindi è vera la sua affermazione che gli insegnanti insegnano cose troppo specifiche e poco utili agli studenti? Rispondo con estrema umiltà, una di quelle virtù che ho imparato proprio nei banchi di scuola e che oggi è molto sottovalutata. Non lavorando nel mondo dell’educazione non posso saperlo direttamente. “Il saggio è colui che sa di non sapere” si dice. La soluzione è parlare con chi tutti i giorni si trova davvero a vivere in una classe con i bambini. E se chiediamo loro se il programma che gli insegnanti portano in classe è davvero così specifico, arriva come risposta un banale quanto netto no.
Non esistono i Programmi nella scuola primaria. Sono stati aboliti nel 1985 ed esiste un concetto chiamato Libertà di insegnamento per gli insegnanti. Cosa significa? Sono i singoli insegnanti che vanno a decidere come e cosa insegnare. Loro si basano su un documento di riferimento chiamato “Indicazioni Nazionali per il Curriculo” (edizione ultima del 2012, aggiornato nel 2018). All’interno ci sono delle Linee Guida che gli insegnanti seguono, prendendo come punti di riferimento dei traguardi che devono essere raggiunti dai bambini in terza e quinta elementare. Non si parla di contenuti specifici ma di traguardi e obiettivi, gli insegnanti sono liberi di scegliere qualsiasi argomento ritengano più utile. Questo è il concetto di Libertà dell’insegnamento o Autonomia scolastica.
Viva i dinosauri
Caro ministro, chiudiamo con un pensiero sui dinosauri che sono uno degli argomenti che appassiona di più i bambini. In senso lato sono uno dei migliori modi per fare entrare in contatto i piccoli con le discipline scientifiche e storiche. Non solo. La sua frase contiene un giudizio più complesso sulle scienze storiche in generale. Infatti se il concetto che espone è “A che serve imparare i nomi dei dinosauri?”, allora potrebbe essere estero a “A che serve imparare i nomi degli imperatori romani, di alcune date storiche o una poesia memoria?”.
Esprime al meglio il ragionamento che guida la mentalità moderna dell’impara ciò che ti serve e non quello che ti piace. Rattrista vedere un ministro sintetizzare un luogo comune fin troppo diffuso. Ma perché ha senso studiare il passato? Per avere gli strumenti per leggere e interpretare il presente. Evitiamo poi di entrare nel tema della libertà di parlarne che come Governo state togliendo.
Il film che mi ha salvato
Le porto invece la mia storia: uno dei tanti giovani che si è trovato a sostenere il grande masso dello studiare quello che è utile per trovare un lavoro. Sono sempre stato affascinato dalla storia, dall’arte e dalla poesia ma il mondo che mi circonda mi ha sempre detto che per trovare un lavoro, avrei dovuto studiare materie scientifiche e poi prendere un percorso universitario inerente a queste. Così ho frequentato un liceo scientifico anche se non era nelle mie corde. Mi sono sempre sentito in difetto con i miei compagni che amavano quelle materie che la società riteneva le uniche davvero utili.
Per fortuna a salvarmi è stato un film. E’ bastata una frase per abbattere questa barriera dello studiare materie che ti rendono performante e competitivo nel mondo del lavoro e non i dinosauri e gli imperatori. Le lasciamo in dono questa frase. Ci ragioni, la mastichi, la faccia sua. Potrebbe cambiare idea.
“La letteratura dell’Ottocento non c’entra con le facoltà di economia e medicina…, può darsi. Ma ho un segreto da confidarvi: non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, Legge, Economia, Ingegneria, sono nobili professioni necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.”
Per aspera, Stefano