“Un’amministrazione dei sì per fare uscire la città da una situazione di emergenza”. Avvicinandosi alle elezioni comunali di Gubbio, Rocco Girlanda esprime la sua idea per la sua candidatura a sindaco. La sua sarebbe una vera e propria rivoluzione in una città che è sempre stata in mano al centrosinistra. Negli anni ha tracciato un percorso politico che non ha bisogno di tante presentazioni. Nel 2008 è stato eletto parlamentare con il Popolo della Libertà, nel 2013 è stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti accanto all’allora ministro Maurizio Lupi e segretario del Comitato interministeriale per la programmazione economica. Non solo: è anche già stato consigliere comunale a Gubbio all’inizio della sua esperienza politica e poi Coordinatore Regionale di Forza Italia in Umbria. A sostenere la candidatura per le elezioni di Rocco Girlanda a Gubbio sono quattro liste: Gubbio Democratica, Gubbio Viva, Rinascimento Eugubino e Alternativa per Gubbio di Angelo Baldinelli.
Tra gli argomenti all’ordine del giorno ci sono giovani, ambienti e infrastrutture. Quale le sta più a cuore?
“Ovviamente i giovani. Il nostro programma elettorale è stato pensato e incentrato molto su di loro. Fuggono via da Gubbio, fuggendo dalla più bella città del mondo come mi ha sempre ricordato il mio carissimo amico Franco Zeffirelli. Lo fanno perché qua non ci sono possibilità di lavorare. Noi mettiamo un’attenzione particolare e forte sulla creazione d’impresa, nell’ambito di quello che può fare un sindaco. In molti dibattiti si parla dei massimi sistemi come le tassazioni alle multinazionali ma questo esce dai compiti dei primi cittadini. Serve solo a distrarre le persone dalle cose importanti su cui mettere attenzione. Noi vogliamo aiutare concretamente le imprese, sburocratizzando tutto quello che l’amministrazione comunale può fare. Vogliamo diventare un’amministrazione dei sì, invece di quella attuale che dice fin troppi no. Se si crea impresa, si crea lavoro e sviluppo. Così i giovani possono restare nella città più bella del mondo”.
Quale sarebbe la prima cosa da fare una volta indossata la fascia tricolore?
“Metterei intorno al tavolo le due cementerie per comporre un protocollo d’intesa e riappacificare questo scontro. L’amministrazione precedente non c’è riuscita. Ha deciso di arrivare fino alle carte bollate contro le due principali aziende del territorio, che sviluppano il 37% del Pil della nostra economia. Poi ha fatto 100mila passi indietro, anche perché il tribunale gli ha dato torto su tutta la linea. Metterci seduti allo stesso tavolo non serve a tranquillizzare la città perché non c’è bisogno. Già lo è fidandosi della certificazione di Arpa sulla buona qualità della nostra aria. Ma è importante per riappacificare l’ambiente”.
Che Gubbio lascia l’attuale amministrazione?
“Molto peggiore di quella che ha ereditato. Dieci anni fa eravamo 34.700 cittadini, oggi solo 30.393. Già questo ci permette di esprimere un giudizio. Le strade sono dissestate ovunque e le frazioni hanno perso molti dei servizi vitali in un territorio che è il settimo d’Italia. L’economia va peggiorando e rischiamo ulteriori perdite di trasferimenti importanti”.
Di cosa hanno bisogno i cittadini di Gubbio?
“Anche a Gubbio vale il cult di lavoro, giovani e manutenzione delle strade tra i temi che preoccupano di più i cittadini. Dai sondaggi di Swg è emerso che al primo posto ci sono le buche sulle strade, poi il lavoro per i giovani. I cittadini sono convinti che Arpa certifica la buona qualità del nostro ambiente. Il turismo va sviluppato in un luogo che è sereno, tranquillo e bellissimo”.
Cosa serve per convincere i turisti a venire a Gubbio e magari scegliere di venirci a vivere?
“L’offerta. Se pensiamo all’estate eugubina, l’amministrazione comunale non organizza niente. Il Wonderlast Festival e il Doc Fest sono organizzati dai cittadini, che sia per volontariato o fare impresa non cambia. Manca il contributo del Comune. Non abbiamo una struttura che può essere utilizzata con il doppio ruolo di palasport e luogo per fare spettacolo. Non si investe neanche nel teatro romano. La stagione estiva di questo luogo magico e meraviglioso da anni non è più sviluppata dall’amministrazione comunale. Questa fa perdere l’interesse nei confronti della città. Per portare persone e di conseguenza risorse economiche servono attrazioni che oggi mancano“.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco di Gubbio?
“Perché la città è in uno stato di emergenza. Ha bisogno di persone con un curriculum come il mio, con grande esperienza politica e istituzionale. Come uomo al Governo ho rappresentato un unico nella storia della città. Per l’amore verso i nostri giovani e il bene del futuro della nostra Gubbio ho deciso di mettere la mia esperienza al servizio della città”.
Perché nella scheda barrare il suo nome e non quello di uno degli altri cinque candidati?
“Innanzitutto per la grande esperienza amministrativa che mi contraddistingue. Sono stato sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e segretario del Cipe. Vengo riconosciuta come la persona che più di tutte ha portato benefici alla collettività con il restauro della chiesa di Santa Croce e l’ottenimento da segretario del Cipe del finanziamento di 4 miliardi per la quadrilatero che ha fatto finire l’isolamento viario di questa città. Poi ho rinunciato alla mia indennità e lo faccio solo per il bene della città. Ho con me un gruppo di oltre 70 cittadini che formeranno una giunta che lavorerà dando il meglio che ha e non solamente per prendere uno stipendio. Realizzeremo una Gubbio che sia in tutto e per tutto la città più bella del mondo, a misura di giovani e del sociale. Dalla politica e dalla vita professionale ho già avuto tutto. La mia esperienza nell’amministrare persone e realtà è testimoniata dal curriculum. Non ho altri interessi oltre al bene della città e dei nostri giovani che sono al centro del nostro programma”.
Proiettiamoci tra cinque anni. Che Gubbio vorrebbe lasciare alla fine del suo mandato?
“Una Gubbio normalizzata nei rapporti. Le persone non dovranno avere paura di esporre le proprie idee. Sono un uomo di culturale liberale, ritengo che la massima espressione di una persona sia la libertà di pensiero e di parola come dice la nostra Costituzione. Gubbio ora è una città soffocata. Lascerò una città dove i cittadini sono liberi e troveranno nell’amministrazione comunale la possibilità di avere risposta alle loro esigenze. Abbiamo un tema sociale che è molto importante, quello del dopo di noi. I genitori sono preoccupati di cosa succederà ai loro figli dopo la loro morte. Vogliamo fare trovare loro una città migliore. Vogliamo risolvere l’annoso problema del riconoscimento dell’Unesco per la Festa dei Ceri e candidare Gubbio come capitale europea della cultura“.