Definire stella nuova l’oggetto di cui stiamo parlando è un po’ una contraddizione in termini in quanto non si tratta assolutamente di una nuova stella, anzi per la verità si tratta di due stelle giunte alla fine della loro vita. La definizione di ‘nova’ deriva dall’antichità quando i cartografi o più semplicemente chi osservava il cielo, notava una nuova stella accendersi in cielo, ma noi sappiamo che la stella c’è sempre stata ma non era visibile a occhio nudo.
La stella nova T Corona Boreale
T Corona Boreale (questo è uno dei suoi nomi) è una nana bianca, ovvero un nucleo stellare, residuo di una stella di tipo solare, ormai non più in grado di bruciare Idrogeno in Elio o produrre altro tipo di fusione nucleare, e di una compagna gigante rossa, la quale orbita così vicino alla nana bianca, da subirne l’intenso campo gravitazionale al punto da cedere gas, soprattutto Idrogeno, che prima forma un disco di accrescimento intorno alla nana bianca, dopodiché cade su di essa. Questo gas precipitato sulla superficie della nana bianca si accumula e quando raggiunge la densità e la temperatura sufficienti si innesca la fusione nucleare l’Idrogeno si trasforma in Elio. Ciò produce un’enorme quantità di energia quasi istantaneamente, per cui assistiamo ad un aumento repentino della luminosità della stella che da stellina insignificante ovvero non visibile a occhio nudo, all’improvviso brilla come se fosse, appunto, una ‘nova’ stella.
Per quanto riguarda T CrB parliamo di una stella di 10ª magnitudine, ben oltre il limite della visibilità a occhio nudo, che potrebbe arrivare ad avere magnitudine grosso modo come la stella Polare, Insomma sarà la stella più brillante nella sua costellazione cioè la Corona Boreale. Questo picco di luminosità durerà per alcuni giorni esaurito il quale la nana bianca continuerà a sottrarre materia dalla compagna gigante rossa fino a, per così dire, ricaricarsi, e dar luogo a una nuova esplosione.Per quanto riguarda T CrB l’intervallo tra una esplosione e la successiva, è di circa ottant’anni essendo stato osservato un brillamento nel 1946 e il precedente nel 1866.
Quando potrebbe esplodere
Gli astronomi stimano, anche da variazioni luminose osservate di recente, che il prossimo possa avvenire nella primavera del 2024. Oggi sappiamo che tutte le nove sono ricorrenti ma i loro tempi di ‘ricarica’ sono molto lunghi e poche sono quelle osservate due o più volte. L’aspetto importante di questo fenomeno energetico è che la nana bianca durante l’esplosione produce, per fusione nucleare, una grande quantità di elementi pesanti, ovvero non solo elio ma potassio, rame, zinco, ferro e altri.
Questi elementi, a seguito dell’esplosione, si disperdono nella galassia andando ad arricchire un disco protoplanetario che darà origine a un sistema di pianeti intorno, questa volta sì, a una nuova stella in formazione. In alcuni di questi pianeti, grazie agli elementi ceduti dalle stelle e come è accaduto 4,5 miliardi di anni fa per il nostro sistema solare, potrebbe attecchire la vita ed evolvere fino a esseri intelligenti.
Articolo di Maurizio Caselli